sabato, settembre 29, 2007

Playlist

1- Gowns, Red State
2- Father Murphy, When We Were Young The World Wasn't In Your Hands
3- Murcof, Cosmos
4- The Little Shop Of Horrors OST
5- Kill The Voltures, The Careless Flame
6- Wilco, A Ghost Is Born
7- Royal Trux, Cats And Dogs
8- Low, Drums And Guns
9- John Lennon & Yoko Ono, Double Fantasy
10- Girl Talk, Night Ripper

martedì, settembre 18, 2007

Liars, Liars, Mute 2007




Liars.

Potrei farvela lunga su quanto il gruppo sia multiforme, su quanto sia incredibilmente imprevedibile.

Potrei anche partire dal fatto che molti (compreso chi scrive) si aspettavano un altro concept. O anche per esempio, a proposito dello sconcerto dato dal primo ascolto.

Oppure dalle voci che si susseguivano ininterrottamente sul contenuto dell'album:

- sarà un album cantautoriale
- sarà un album di lenti
- sarà un album di mambo
- tra gli ospiti sembra ci sia Raoul Casadei

Oppure ancora, tutte le influenze che ci sono nell'album, nell'inevitabile elenco referenziale: Black Sabbath, Nirvana, Royal Trux, Beastie Boys, Oneida, Jesus And Mary Chain, Velvet Underground, Throbbing Gristle...

Punto primo: l'album NON è un concept
Punto secondo: L'album E' cantautoriale
Punto terzo: Lo erano anche gli altri (si parla di forma canzone. They Threw Us... They were wrong... e Drum's not Dead lo erano nella misura in cui ogni tot partivano ritornelli e strofe, in un contesto malato, marcio, etereo, anche noise. Però c'erano, eccome)
Punto quarto: questo lo è più degli altri.


In Liars, ultima fatica della più importante (per me) band degli ultimi anni, le canzoni ci sono, alle volte chiare e nette (Protection, praticamente un capolavoro per due organi, voce e batterie elettronica), altre nascoste sotto pieghe di rumorismo e ripetizione (Leather Prowler, incedere fisso, pianoforte preparato e destrutturato, e melodia rintracciabile sotto il lungo mantra).

Altre volte preferiscono forme dirette e spaventosamente violente nella loro compattezza (l'apripista Plaster Casts Of Everything, una sorta di Territorial Pissings 2 la vendetta) o tribalismi inquadrati nell'organo che scandisce le pulsazioni (Clear Island, sentite come l'arrangiamento delle voci cambia da strofa a strofa, da refrain a refrain).

Altre volte riescono perfino a fartela con impianti hip hop e soluzioni strumentali misticheggianti con echi progressive (Sailing To Byzantium) o semplicemente trascinanti nella loro compostezza/dissolutezza (Houseclouds).

E poi dei chitarroni che non ti aspetti, in un incedere monolitico vagamente 'sabbatico' (a buon intenditor... Cycle Time), o impennate acide ed opprimenti(What Would They Know).

Si ritorna al garage, ai riverberi a molla, alla sensazione di suonare dentro una grotta, a dei potenziali singoli in ritardo di 30 anni eppure tremendamente attuali (Freak Out), forse anche una puntata nella New York più folle degli anni 60 (Pure Unevil) inevitabilmente mescolata con la psichedelia e stati allucinogeni.

Questo disco dei Liars si distingue per la sua crudezza. Non aspettatevi suoni nitidi, non aspettatevi una produzione eterea, non aspettatevi tanto meno un riagganciarsi ai suoni di They Were Wrong... I Liars hanno nuovamente saputo stupire con un album che fa organicamente proprie le esperienze precedenti del trio, rivoltandole e centrifugandole in un nuovo entusiasmante aspetto della loro opera. Sono sempre loro, non sono mai loro stessi, 'Je est un autre', li riconosci eppure a stento si riesce a reprimerli in una scatolina. Per fortuna. Esaltano la propria cultura, un modo di intendere le cose che va in profondità, anche nelle chitarre 'zozze' registrate in linea -Pure Unevil- , anche nel basso fuori tempo e incerottato suonato -Freak Out-.
opera di espressione collettiva (angus e aaron si dividono questa volta equamente tutte le parti di cantato).
Non riesco a trovare spiegazioni plausibili per giustificare il mio entusiasmo per questa band, per questo modo di sentire la musica e rielaborarla in continuazione.

Io credo che oggi come oggi, i Liars siano la cosa, o tra le cose, più grandi del rock, e solo questo dovrebbe bastare, spero a far crescere la curiosità per i gli album e i live di questo grandissimo gruppo.

Punto.