martedì, settembre 20, 2005

Grandaddy, Excerpts From The Diary Of Todd Zilla, V2, 2005





CAPITOLO 1
'Cos'è un Ent?'
'Un Ent è pastore di alberi, un guardiano della foresta'

'Verrà il giorno in cui gli Ent si sveglieranno, e si renderanno conto della loro potenza'



CAPITOLO 2

Jason Lytle ha suonato, arrangiato, prodotto e confezionato l'album, tutto da solo. Avete capito bene. Da solo. Non ponetevi domande sul futuro dei Grandaddy, che è roseo.

CAPITOLO 3

Jason Lytle ha un nuovo amico. Si chiama Todd Zilla e gli piace scrivere testi. Ha provato a farlo per i Grandaddy, dopo lunga corrispondenza e scambio di consigli ed opinioni sul mondo con Jason Lytle.
Questi testi sono stati rifiutati, perchè J.L. si sente ancora in grado di dirne due o tre...

(POSTILLA ZILLA)

(Questo post è teso palesemente verso la glorificazione apriristica di qualsiasi cosa prodotta dai Grandaddy. Pertanto tale post sarà insopportabilmente allegro e fluffoso, fatto di orsi, robot dementi e pascoli verdi. Chiedo scusa e anticipo le mie più profonde scuse)


SVOLGIMENTO

Excerpts From The Diary Of Todd Zilla non è il nuovo album dei Grandaddy, ma il nuovo Ep a fronte dell'album che dovrebbe uscire relativamente presto.

Todd Zilla (in forma abbreviata per chi, come me, ha sostenuto la canditatura dei Grandaddy come ambasciatori O.N.U.) è composto da otto pezzi otto, registrati, come sempre, nello studio casalingo di J. Lytle, e come ovvio da un pò di tempo a questa parte, non è stato, molto apprezzato dai (re)censori d'oltreoceano, apprezzato in Europa, ma non ovunque. Il 'paradiso'delle recensioni, Pitchfork, sostiene che la prima canzone sia molto bella.

Credo che alcuni gruppi o artisti abbiano lasciato e stiano ancora facendo così tante cose e così personali che da parte loro un cambiamento sarebbe quasi forzato. Come per i teorici di qualsiasi disciplina, che finiscono per scrivere 100 libri tutti sullo stesso argomento, analizzandolo sotto ogni possibile prospettiva.

Così alcuni musicisti; alla volte viene da pensare che si tenda a scrivere sempre la stessa canzone, o che si cerchi di limare sempre di più il modello n. 1.

Non è difficile; basta pensare agli Eels, o ai dEUS, tanto per dirne due. Cioè due che della propria poetica personale, ne hanno fatto cifra stilistica e bandiera.

Cos' Jason Lytle ed i Grandaddy, tra i più grandi artisti di questo cinquantennio di musica pop, in barba ai cambiamenti di costume, ai bimbi A o gli anche tu, da più di dieci anni continuano a sfornare dischi che rispecchiano il modo di sentire e vedere il mondo di una persona normalissima che vive a Modesto. Non solo. Dalla sua casetta californiana, Jason Lytle non si muove spesso per venire i Europa, o troppo in giro... eppure, da quello studiolo casalingo sembra che il nostro riesca a prenderci per mano e farci entrare, direttamente, nel suo mondo, nel suo linguaggio e nei suoi simboli. E' qui che un disco diventa qualcosa di più che un pezzo di vinile o di silicio.

Non mi sono mai trovato d'accordo con i detrattori di Sumday. Credo di pensarla un pò come la pensava Howe Gelb, il quale, su un Blow Up dell'epoca gli mollava un 10 in pagella e via, chiusa la questione.

Pull The Curtains si presenta a prima vista come un'estrazione casuale dal bagaglio Sumday. A prima vista.

(La scelta di produzione più presente e aggressiva del solito, particolarmante riscontrabile nelle chitarre, fa ben capire che forse qualcosa sarà diverso rispetto all'omogeneità emotiva e stilistica di Sumday, musicalmente impostato più sulla giustapposizione di sequenze di accordi 'classici' -e quindi sul loro easy listening- piuttosto che sulla ricercatissima immediatezza e urgenza di Sophtware Slump e la crudezza di Under The Western Freeway.)

Pull The Curtains è l'apertura di questo Ep. La canzone è un singolone bello e buono con, dicevo, chitarre molto aggressive e nervose, ed un magnifico, anzi SUPERBO jingle di tastiere che va a chiudere sulla prima strofa( per i maniaci; 27 e 41 secondo) che acciuffa la canzone e la spinge con furia per i successivi due minuti.

Si continua con At My Post, che riprende a piene mani il mood di Under The Western Freeway miscelandolo ad un'innegabile crescita nell'arrangiamento delle voci. Quello che stupisce è il suono delle chitarre, che raramente ricordo essere state così pesanti nei Grandaddy.

Al minuto 1.21 arriva il colpo a tradimento; la massa catramosa di chitarre in fuzz e synths in overdrive lascia spazio ad un'ouverture melodica da brividi, dove fa capolino un solo di synth molto più cartonoso di quanto ci avessero mai abituato, per poi ricadere nella desolazione e nella malinconia firmata Sophtware Slump, in particolare delle canzoni appartenenti alla seconda metà (...di un disco sulla cui bellezza, importanza potremmo discuterne all'infinito). E poi, di nuovo via come in apertura, chitarre, fuzz grassi, synths distorti, disturbi chiatrristici, tutto irrimediabilemte chiuso in un giro armonico che ha della diabolicità nella sua semplicità e nella grazia la sua ragion d'essere.

Si dice che Jason Lytle sia arrabbiato, per come vanno le cose dalle sue parti, a Modesto e dintorni. Colonizzazione del cemento, inquinamento folle; forse che sì, forse che no, ma a me piace pensare a Jason Lytle come ad una voce piuttosto presa dal proprio coinvolgimento con il pianeta Terra. Non che ne abbia la certezza, ma qualche soldino potrei anche scommetterlo. A Valley Song (Sparing), primo tassello di una trilogia ideale che si conclude con le due canzoni successive (Cinderland, Fuck The Valley Fudge) se ne va così, lieve e lenta, pesante e profonda come è iniziata, con dei synth densi che giocano a rincorrersi lungo tutta la durata del brano, un piano un pò scordato che disegna un passaggio di note 'infantile' e delicato. Come se si osservasse tutto da lontano con la massima partecipazione possibile e la sensazione di non poter fare più nulla su quanto è accaduto e accade-------------------------------------------------------------------------------------------->

Si prosegue con l'amara Cinderland, lenta, spacey ed inesorabile, sullo stile di The Final Push To The Sum, ideale continuazione della precedente Valley Song, tant'è che sono praticamente attaccate l'una all'altra da un cordone ombelicale formato da un pianoforte che raramente abbandonerà i pezzi di questo magnifico Ep.

Fuck The Valley Fudge, a mio modo di vedere ultimo pezzettino di una trilogia, amara considerazione a voce e piano su come i paesaggi della sua modesto si si stiano riducendo e la sua voglia di andarsene via.

(bzzzz bzzzz collegamento con capitolo 1... bzzzz bzzzz)

'Cos'è un Ent?'

'Un Ent è pastore di alberi, un guardiano della foresta'

'Verrà il giorno in cui gli Ent si sveglieranno, e si renderanno conto della loro potenza'

E poi, il colpo che non ti aspetti. Florida, una delle rare occasioni per sentire Jason Lytle urlare come un indemoniato su un ritornello composto da un tappeto di chitarre così fracassone da non crederci! In più, il bridge è chiaramente di marca Pixies (che fa sempre piacere) di Surfer Rosa (credendoci molto, potreste anche pensare di sentire la voce di Kim Deal nei coretti) così come la strofa, frenetica e sguaiata al punto giusto. Chi è che sostiene che i Grandaddy siano troppo FLUFFLOSI?

A chiudere, Goodbye, per la quale non ho parole per descriverne la profondità. Assolutamente.

Procuratevi questo Ep; scaricatelo, compratelo in negozio, ordinatelo per posta celere o elettronica, via mare e terra e aria, costringete il vostro amico fighetto che va negli States a farvi portare l'Ep e già che ci siete tutta la discografia del quintetto californiano.

Altrimenti Todd Zilla ci rimarrà malissimo...

Ps. Mi rendo conto di avere eagerato, ma io davanti ai Grandaddy perdo ogni tipo di dignità. Anzi, fatemi tutti un favore. Supportate le iniziative benefiche di questo Blog nei confronti dei Grandaddy. Non lasciate che si estinguano. Sono solo 5 e tutti maschi. Non si riprodurranno mai più. Ho visto delle foto di loro, con due occhiaie grosse così. Non lasciate che si estinguano. Aiutateli.

GRANDADDY COME AMBASCIATORI O.N.U.!!!

ehm, scusate...

(al solito; baci e abbracci)

8 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

10:46 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

il bello è avere già Todd Zilla, decidere di ascoltarlo per la prima volta seriamente proprio leggendo questo post e arrivare a Al minuto 1.21 arriva il colpo a tradimento; la massa catramosa di chitarre in fuzz e synths in overdrive... proprio sul cambio!

6:34 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

eh eh eh eh !

Ma rilancio l'idea-appello per i Grandaddy: Non lasciamo che si estinguano!

Mr. Onward Toward

12:15 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

bello il paragone con gli ent!

Zag

5:29 PM  
Blogger PikkioMania ha detto...

post davvero commovente per la sua puccinesss! a quando un post sugli Hood o i cLOUDDEAD? Li vorrei fare io ma non ci riesco! sono incapace!!

6:36 PM  
Blogger Mr. Onward Toward ha detto...

Garbamafia: Quando avrò sul mio tavolo il cd di Dungeon Siege II!

11:19 AM  
Blogger Mr. Onward Toward ha detto...

Enver: Ma no... Io sono sempre favorevole agli estemporanei solipsismi e rifiuto comunitario di un ciccio-bomba (e, ovviamente, includo anche Isaac Brock che è bellissssssssssimo, altro che pupazzotto!)come Jason Lytle...

6:07 PM  
Blogger Mr. Onward Toward ha detto...

Ebbè? fai uscire anche tu un Ep in cui ti lamenti delle condizioni di venezia...

12:03 PM  

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