venerdì, febbraio 10, 2006

Liars, It Fit When I Was A Kid Ep, Mute 2005


In colpevole ritardo, qualche parola sul nuovo EP dei Liars, It Fit When I Was A Kid, anticipazione dell'imminente terzo episodio discografico del trio americano.

Il ritardo è palese, prova ne sia il fatto che mentre scrivo non solo è già in circolazione un secondo EP, The Other Side Of Mt Heart Attack (copertina in stile black metal, date un'occhiata al sito!) ma alcune riviste italiane, tra le quali Blow Up, hanno già recensito il nuovissimo Lp Drum's Not Dead.

Chiedo scusa cospargendomi il capo di cenere.

Tralasciando ogni superfluo commento sulla geniale copertina uncensored che accompagna questo EP, ci troviamo di fronte ad un lavoro di quattro tracce piuttosto rappresentativo dell'aria che tira in casa Liars.
Per chi ultimamente ha visto i Liars dal vivo, (per quanto mi riguarda, Circolo degli Artisti e Arezzo Wave) il brano di apertura che da il titolo a questo quattro tracce, non sarà una novità.
It Fit When I Was A Kid segna ed anticipa un cambiamento strutturalmente legato al passato del colossale They Were Wrong...
Le percussioni sono sempre presenti, svolgendosi nell'arco del brano con un'insolita 'pulizia' del suono delle pelli, ma martellanti e profonde, accompagnate da un basso (!) pulsante. La litania salmodiata dal buon Angus è come al solito magnetica, ma rispetto al recente passato meno acida e più riflessiva, sostenuta dal solo rintocco di un cristallo (crystals flying everywhere). E la sorpresa arriva verso il secondo minuto, quando un organo dimesso e malandato segna l'inizio della seconda fase della canzone, che assume le dimensioni di una sorta di requiem lontano e triste, con la sovrapposizione delle percussioni.
The Frozen Glacier Of Mastadon sembra quasi un brano rimasto fuori dal precedente lavoro. Gran lavoro sui suoni di chitarra, o forse sarebbe più corretto dire sull'effettistica, voce schizzata e filtrata, batteria impazzita, irregolare e frammentata.
Bingo! Count Draculuck, è il jolly dell'Ep: Lunga intro di risonanze e feedbacks, voce da psicofarmaci assunti in quantità industriali e delirante dialogo ritmico tra la batteria e armonici di chitarra devastati da manipolazioni.
In chiusura, remix, anche nel titolo -It Fit When I was A Kid, Don't Techno For An Answer- divertente e 'ballabile' della title track.

A questo punto, resta il giudizio ultra positivo su questo Ep (scaricatelo, compratelo, anche in vinile edizione limitata) come antipasto sul magnifico Drum's Not Dead, la cui recensione estesa (con annessa, forse, sorpresina, ma non mi sbottono...) dovrebbe apparire al più presto su questi schermi...!

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