mercoledì, febbraio 21, 2007

Alessandro Stefana, Poste E Telegrafi, Important Records, 2007




Alessandro Stefana, detto Asso, non ha certo bisogno di presentazioni; per quelle vi rimando alla sua pagina personale.
Poste E Telegrafi è il suo primo lavoro solista. Ed è un disco bellissimo.
Lavoro interamente strumentale, si muove attraverso sette momenti, accompagnato da Marc Ribot, Leo Abrahms, Marco Parente, Enrico Gabrielli, Vincenzo Vasi e Davide Tidoni.
Si parte con Western Soda, introdotta da quello che sembra un acidissimo E-bow, o piuttosto qualcosa che proviene da questo posto qui, per sfociare in un banjo che si arrampica su uno sfondo onirico e di ‘frontiera’, attraverso un passo cadenzato ed ipnotico. Una giusta introduzione ad un disco il cui proposito è concedere spazio all’immaginario, concedere spazio alla libertà di movimento, concedere spazio all’emotività di chiunque lo ascolti. Questo viene ampliamente sottolineato in Semi Tostati Nel Cielo, secondo commovente capitolo di questo ‘viaggio’. Ciò che più mi colpisce è l’utilizzo di pochissimi elementi ed il lavoro che viene svolto su di essi. In Semi Tostati Nel Cielo, abbiamo poco più di una chitarra e qualche campione. Eppure, attraverso la ripetizione dello stesso paradigma con successive microvariazioni, Asso riesce a commuovere. Sembra quasi che la chitarra sia suonata così vicina che parrebbe di percepire lo scricchiolare del legno, la vibrazione delle corde, il suono delle dita. Ascoltate lo slide al minuto 5.54; in quel piccolo frammento è racchiusa tutta la sostanza di questo lavoro, tutta la poetica e l’ispirazione che lo permeano.
In Motel l’ariosità del brano precedente si racchiude in un luogo più circoscritto, più definito, pur mantenendone le caratteristiche oniriche; i suoni di chitarra sono elettrici, caldi ma neutri e glaciali nel definire lo spazio che li circonda.
Poste E Telegrafi Blues affonda le sue radici in un trascinante schema percussivo in cui chitarre e suoni digitali si intrecciano quasi in modo schizofrenico, non rinunciando a staffilate di chitarra elettrica acidissime che accompagnano il brano sino alla fine.
Fiori Campionati sembra quasi una possibile strada di quei Semi Tostati Nel Cielo che troviamo nella seconda traccia. Il paesaggio è di nuovo arioso, più calmo, non scandito da elementi ritmici o percussivi. Degni di applausi sono i tappeti di suoni che fanno da sfondo alla chitarra e il modo in cui questi esaltano l’intensità stessa del brano.
Whales Cemetary è il capitolo sesto di questo incredibile disco, un brano dall’intensità straordinaria, in cui il ruolo del leone lo gioca il clarinetto basso, che va giù a scavare nelle profondità, sottolineando la gravità dei passaggi nell’atmosfera oscura sospesa e surreale dipinta dall’intreccio degli altri strumenti.
Titoli Di Coda è il brano conclusivo dell’album, ascesa immobile ed evocativa di sintetizzatori, stupendamente malinconici.

Questo è un album estremamente emotivo,che mi ha colto alla sprovvista, per il quale, una volta tanto, è necessaria un’introspezione ed una dichiarazione d’amore, piuttosto che una critica ragionata ed analitica. E per quanto mi riguarda, gli album e soprattutto gli artisti in grado di fare questo si contano veramente sulla punta delle dita.

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page