venerdì, febbraio 23, 2007

Beatrice Antolini, Big Saloon, Madcap 2006




Beatrice Antolini è un'artista Madcap. E già questo dovrebbe bastare sul piano delle credenziali. Big Saloon è il suo primo disco, esordio personalissimo e felice che va ad arricchire il catalogo del collettivo del cappellaio pazzo, che da queste parti è chiaramente più che amato.

Il disco si costruisce sull'ossatura formata dal pianoforte, irregolare, frenetico, alle volte jazzato, alle volte semplice base per la voce. Intorno all'ossatura, un vero e proprio repertorio di sintetizzatori, piccoli disturbi, contrabbasso, filtri vocali, chitarre, sezioni ritmiche che si incastrano perfettamente con l'idea trasversale che anima le tracce di questo Big Saloon. Psichedelia, atmosfere svagate e sognanti che mai cadono nella routine o nella banalità, ma al contrario; i pezzi di questo Big Saloon sorprendono per inventiva, freschezza e coerenza tra loro: il tutto volto a formare un atmosfera suggestiva e completa nei suoi intenti lungo il corso di tutto il lavoro. La voce è perfetta e versatile, gli arrangiamenti sempre curiosi e bizzarri, in ogni brano c'è sempre un elemento di sorpresa ed allo stesso tempo di continuità, nulla fuoriesce come di troppo. E' un esordio veramente maturo e complesso, pur se altamente fruibile. Belli i momenti frenetici e/o schizoidi (come:Lazy Jazy, Topogò -dancing mouse-, la notevole Monster Munch e la super psicotica Hi!Goodbye!) e forse maggiormente quelli più riflessivi (la bellissima Moved From A Town, Turtle and Peach In Love, Applebug And His Doll e soprattutto la bellissima Coca Cola Shirley Cannonball).

Grande dote compositiva, grande personalità quella di Beatrice Antolini, brillante artefice di questo Big Saloon, che va ad aggiungersi ad una discografia, quella della Madcap, che ci sta abituando fin troppo bene.

mercoledì, febbraio 21, 2007

Alessandro Stefana, Poste E Telegrafi, Important Records, 2007




Alessandro Stefana, detto Asso, non ha certo bisogno di presentazioni; per quelle vi rimando alla sua pagina personale.
Poste E Telegrafi è il suo primo lavoro solista. Ed è un disco bellissimo.
Lavoro interamente strumentale, si muove attraverso sette momenti, accompagnato da Marc Ribot, Leo Abrahms, Marco Parente, Enrico Gabrielli, Vincenzo Vasi e Davide Tidoni.
Si parte con Western Soda, introdotta da quello che sembra un acidissimo E-bow, o piuttosto qualcosa che proviene da questo posto qui, per sfociare in un banjo che si arrampica su uno sfondo onirico e di ‘frontiera’, attraverso un passo cadenzato ed ipnotico. Una giusta introduzione ad un disco il cui proposito è concedere spazio all’immaginario, concedere spazio alla libertà di movimento, concedere spazio all’emotività di chiunque lo ascolti. Questo viene ampliamente sottolineato in Semi Tostati Nel Cielo, secondo commovente capitolo di questo ‘viaggio’. Ciò che più mi colpisce è l’utilizzo di pochissimi elementi ed il lavoro che viene svolto su di essi. In Semi Tostati Nel Cielo, abbiamo poco più di una chitarra e qualche campione. Eppure, attraverso la ripetizione dello stesso paradigma con successive microvariazioni, Asso riesce a commuovere. Sembra quasi che la chitarra sia suonata così vicina che parrebbe di percepire lo scricchiolare del legno, la vibrazione delle corde, il suono delle dita. Ascoltate lo slide al minuto 5.54; in quel piccolo frammento è racchiusa tutta la sostanza di questo lavoro, tutta la poetica e l’ispirazione che lo permeano.
In Motel l’ariosità del brano precedente si racchiude in un luogo più circoscritto, più definito, pur mantenendone le caratteristiche oniriche; i suoni di chitarra sono elettrici, caldi ma neutri e glaciali nel definire lo spazio che li circonda.
Poste E Telegrafi Blues affonda le sue radici in un trascinante schema percussivo in cui chitarre e suoni digitali si intrecciano quasi in modo schizofrenico, non rinunciando a staffilate di chitarra elettrica acidissime che accompagnano il brano sino alla fine.
Fiori Campionati sembra quasi una possibile strada di quei Semi Tostati Nel Cielo che troviamo nella seconda traccia. Il paesaggio è di nuovo arioso, più calmo, non scandito da elementi ritmici o percussivi. Degni di applausi sono i tappeti di suoni che fanno da sfondo alla chitarra e il modo in cui questi esaltano l’intensità stessa del brano.
Whales Cemetary è il capitolo sesto di questo incredibile disco, un brano dall’intensità straordinaria, in cui il ruolo del leone lo gioca il clarinetto basso, che va giù a scavare nelle profondità, sottolineando la gravità dei passaggi nell’atmosfera oscura sospesa e surreale dipinta dall’intreccio degli altri strumenti.
Titoli Di Coda è il brano conclusivo dell’album, ascesa immobile ed evocativa di sintetizzatori, stupendamente malinconici.

Questo è un album estremamente emotivo,che mi ha colto alla sprovvista, per il quale, una volta tanto, è necessaria un’introspezione ed una dichiarazione d’amore, piuttosto che una critica ragionata ed analitica. E per quanto mi riguarda, gli album e soprattutto gli artisti in grado di fare questo si contano veramente sulla punta delle dita.

giovedì, febbraio 08, 2007

Instant Street



Solito post vario senza spessore con dedica ai dEUS

- Il disco dei Low, Drums And Guns, è una roba pazzesca. E quello che stupisce e valorizza ancora di più è il missaggio. Troverò il modo di parlarne approfonditamente, spero, nei prossimo giorni.

-Lupus in Fabula. In questomomento Last Fm sta passando un pezzo degli Evil Superstars, gruppo di Mauro Pawlowsky, chitarra e voce dei dEUS, che si chiama: Satan Is In My ASS.

-Alla luce dei, più o meno recenti, interventi su post dedicato ai Jesu dall'universalmente noto Barone di Acquisgrana, ho pensato che:

a: avevo scritto tempo fa un lunghissimo post sui Bolt Thrower, che è andato perso

b: mi piacerebbe moltissimo scrivere un ENORME post sulla Earache Records, vera etichetta indipendente inglese, tana di abominevoli creature come: Napalm Death, Naked City, Godflesh, Scorn, Carcass, Sore Throat e via dicendo. In due parole: vera avanguardia.

-Questo forse può illuminare chiunque si sia mai chiesto quale sia il criterio di ricerca artisti di lastfm: Del tutto casuale. Cercavo The Levellers, mi sono arrivati in fila, sotto la denominazione 'similar music to Levellers' : Honey Pie dei Beatles, Bullet Proof dei Radiohead, una Peel Session dei Pulp, gli Stranglers, gli Echobelly, i Cure, e olllé i Mercury Rev. Voglio dire, ma almeno dammi i Chieftains!!!

-Con i soliti simpaticoni, metà del tempo speso in furgone o in camerino tra urbino-ancona-roma a parlare dei dEUS, gruppo sul quale non si può dire nulla perché l'ho deciso io che sono il capo del mondo. Ascoltate in acustico, se già non l'avete, Instant Street