domenica, aprile 30, 2006

My (Modulation) Space

Inauguro con molto piacere questa nuova ed ennesima rubrica del blog!
Ormai credo che chiunque conosca, almeno per sentito dire, la galassia My Space. Sito rimorchione per eccellenza, ma anche ottimo veicolo pubblicitario per ogni band che decida di aprire un suo cantuccio. Vale a dire una goccia nel mare, ma nel 'nostro' caso, forse contano più le singole gocce piuttosto che la loro somma. Personalmente non ho nessun motivo nell'andarmi a studiare il my space di bands che godono già di ottima pubblicità grazie alle loro etichette (più o meno grosse), alla loro distribuzione (idem come a fianco) o al Padre Eterno che li ha voluti belli, alti e biondi. Insomma, ci sono i siti ufficiali, che danno tutte le informazioni del caso. Chiaro che anche per le suddette bande valga lo spirito o la percentuale di 'acchiapponaggio' e tam tam garantito dal meccanismo del fare amicizie che rende unico il sito. Alle volte sembra una raccolta di figurine, o carte Magic, in cui la più comune (e personalmente la più odiosa) è quella di Tom fino ad arrivare alle 'rare', passando per le 'non comuni'.

Arrivando al dunque, quello che cercherò di fare per ogni rubrica del My (Modulation) Space, sarà fornire coordinate e descrizioni lampo di 3 bands alla volta, possibilmente catalogabili tra le carte 'RARE', affinché i miei generosissimi sei o sette visitatori giornalieri possano recuperarle al grido di: COLLECT THEM ALL!


1- Giustamente alla prima posizione, gli Shoboshobo da Parigi. Duo franco giapponese pazzo, ma veramente pazzo, che offre una mitica canzone che spero diventi un inno per la pace del mondo: Chotto Dong Dong! Un delirio sonoro a base di ritmo preprogrammato su tastierina della peggior specie e cantato giapponese registrato in presa diretta francamente esilarante! Non male anche le altre tracce (orgymarch, ti e yapierre) che fanno di Shoboshobo il mio pazzo preferito! Vi prego visitate il suo myspace e scaricate a man bassa!





2-Al secondo posto, l'asmatica Madame Patate, che con Bulgarian Mlkshake ci illustra le varie modalità del suo affannoso respiro assieme ad un programming electro hip hop. Notevole anche la stortura di un brano come Drive in, con simpatici ricami di vibraphone su sequenza ritmica scandita da un pattern ritmico ansiogeno! Si sconfina poi nell 'assurdo e surreale con Sweet Drugs,
ricamo di ritmi e soluzioni sonore galleggianti!



Lo stato schizofrenico invece lo si raggiunge finalmente con i Gangpol Und Mit, gruppo francese della wwilko che non trascura le soluzioni più lisergiche per dipingere il proprio immaginario artistico: 3 pezzi da scaricare, e sopratutto Ou Wa Ou, demenzialità in formato 8 bit ad alto potenziale allucinogeno!!!

giovedì, aprile 27, 2006

Elton Junk, Promo 2005



A guardar bene, a Roma ci sono tanti concerti; dall'ormai centralissimo Circolo degli Artisti fino all'ultima delle bettole. Volendo, la sera posso anche andare a bermi una cosa al Traffic (ex Sonica) ed incappare in un concerto. Sia ben chiaro, è come essere bendati e tentare di non andare a sbattere da nessuna parte. Questa fine metafora vuol semplicemente dire che non sempre le proposte dei vari club sono così valide.Eppure, riprendendo la sottila metafora, da bendati può capitare (una tantum) di arrivare fino a casa senza nemmeno un livido.
Gli Elton Junk che si sono esibiti al Traffic qualche giorno fa mi hanno colpito moltissimo. Proprio un bel live: sporco, cattivo, suonato bene e con foga, umile e simpatico. Devo ringraziare la gentilezza del bravissimo batterista del gruppo in questione, che mi ha omaggiato di una copia del loro promo del 2005.
La frenesia sospesa di Centomila è caratterizzata da un drumming ossessivo, una chitarra ubriaca ed un basso primadeliziosamente pulsante, poi bordone distorto; ricami per un cantato lunatico e stravolto. Gasolina è ballabilissima malgrado la schizofrenia del ritmo del brano, così come il repentino ritornello, e gli intrecci di chitarre. Suspicion è tra i momenti più particolari di questo promo; una sottile chitarra acustica disegna un arpeggio aereo mentre follie di qualcosa che potrebbe essere un synth mescolato ad un vocoder costituisce l'humus leggermente alieno del pezzo. Si continua con la lunga Because Of Saturn, che mescola elementi blues a passaggi che ricordano (almeno a me) i Modest Mouse dei primi lavori. In chiusura la reattiva Masticare, curiosa esternazione di follia portata avanti da una furioso lavoro della chitarra e da una batteria praticamente free jazz.
Ora, e come al solito in chiusura, un paio di note; a prescindere dalla registrazione e da tutto quello che fa da contorno, che è inevitabilmete grezzo, gli Elton Junk sono veramente un buon gruppo. Tra i Melvins, i Primus i Sonic Youth e, perché no, anche certe cose di Liars e Oneida, gli Elton Junk sono uno dei tanti gruppi che pagano lo scotto della miopia delle etichette italiane, dell'anonimato furioso ed ingiusto al quale (e se volete ho una lista infinita di gruppi che meriterebbero qualcosa di più che la pagina di questo blog) troppo spesso, ottime bands vengono relegate. Come gli Elton Junk.

A proposito; se volete scaricare qualcosa, fatelo da qui (http://www.anomalo.com/) .

Per gli altri contatti, qui.

giovedì, aprile 13, 2006

Modulation One, Interview #3 - Liars



Dopo settimane di attesa, arriva una cortesissima mail di Aaron (qui nella foto) : "Sì guarda, per noi non c'è nessun problema rispondere alla tua intervista, ma vedi... non hai allegato NESSUNA intervista!"

Scontata una settimana di reclusione per questa figura meschina, riscrivo tutto e ri-spedisco tutto quanto al gentilissimo e simpaticissimo (sembro Mandi Mandi) Aaron, chitarrista, percussionista e, di base, cuore pulsante dei Liars.

Premessa: I'm A Fan, And I Do What I Want

Solo alla terza intervista di questo blog (le precedenti: Domotic e Julie's Haircut), mi rendo ufficiamente conto di quanto le interviste via mail siano difficili da congegnare, almeno per quanto mi riguarda. Quindi, vista anche la mia imperizia e non professionalità -non sono un giornalista, ma un fan- chiedo scusa a chiunque trovasse queste benedette interviste un pò di parte, o dotate di domande poco professionali. Per questo ci sono siti e riviste decisamente più affidabili!

Detto ciò, e archiviata la mia autopolemica, passo la mano all'intervista, svoltasi nell'arco di un mese e mezzo, -grazie e soprattutto alla mia cretinaggine- con un non proprio loquacissimo, ma disponibile Aaroon.

1) Ciao Aaron! Puoi descrivere la genesi dell'idea che ha dato vita al nuovo Drum's Not Dead?

Avevamo voglia di fare un album nel quale fossere enfatizzate le proprietà melodico/tonali della batteria, minimizzando allo stesso tempo l'uso di strumenti tradizionalmente melodici come la chitarra.

2)L'improvvisazione ha giocato un ruolo forte nell'album, o no?

Direi di no... Le canzoni possono essere strutturate attorno al principio dell'improvvisazione... Ma in generale la stessa improvvisazione diviene il progetto o se preferisci la cianografia della canzone che verrà.

3)Ho letto diverse recensioni e parlato con molte persone a proposito di Drum's Not Dead e l'impressione che ne ho tratto, almeno in termini di crescita artistica, è che molti vi paragonano ai Radiohead. Cosa pensi di questo 'forte' paragone?

Sai, ormai non è più il nostro album... E' sempre interessante sentire a cosa Drum's Not Dead viene paragonato, e non ci sentiamo affatto di correggere le impressioni delle persone o di non essere d'accordo con loro. I Radiohead significano cose differenti a persone differenti. Potrebbe essere un complimento, oppure una critica, dipende da cosa le persone pensano della musica dei Radiohead. Insomma, non mi sento di dover dire nulla a queste persone... E' un paragone forte solo se credi che la musica dei Radiohead sia forte altrettanto.

4) E' un album veramente molto ben prodotto... Le scelte di produzione sembrano, a prima vista, più ponderate rispetto a quelle di They Were Wrong... Quali sono le differenze principali tra le produzioni dei due differenti album?

La differenza principale è lo spazio dello studio nel quale abbiamo registrato. Siamo riusciti ad affittare un bellissimo studio a Berlinoper la metà del prezzo dell'affitto di un garage in America. Abbiamo avuto moltissima scelta di stanze progettate e disegnate in senso acustico per catturare il suono di batteria che volevamo.

5)Aaron, come chitarrista, quanto tempo hai speso per sperimentare con chitarre, pedali, amplificatori, acustica e qualsiasi altra cosa per ottenere il suono di chitarra presente sull'album?

Guarda, passo tutto il giorno pensando alla musica Non Stop! Struttura delle canzoni, testi, che tipo di cavi utilizzare, ritornelli, come microfonare la batteria, patterns di batteria, che tipo di batteria, come registrarla, come amplificarla. Non smetto mai di pensarci... E cerco di testare le mie idee più il spesso ed il più compiutamente possibile.

6)Facciamo la lista della spesa... che tipo di equipaggiamento vorresti comprare in questo momento?

Un preamplificatore da 1,200 watt .....4 casse SVT 8x10, ed un pò di nuovi microfoni da registrazione.

7)Torniamo alla chitarra... Per farla suonare nel modo in cui suona nel disco, cosa ti è servito?

E' difficile che usi effetti. Ho usato gli stessi due pedali per quattro anni... Molto del suono a cui alludi è prodotto reciclando il suono della chitarra attraverso i microfoni effettati che posiziono sulla batteria. Non sono molto interessato all'idea di avere molti pedali per chitarra... più che altro sono interessato a differenti chitarre e differenti accordature.

8)Quali sono i tuoi ascolti ultimamente?

Nirvana, Sun City Girls, Royal Trux, Roy Orbison, No Trend, Gun Club.

9)Facciamo un giochino stupido:

a- con quale band ti piacerebbe suonare dal vivo

b-in quale band ti piacerebbe suonare come membro

(la domanda in inglese era la seguente:what bands would you like to play with?/what bands would you like to play in?)

Dunque... a- Royal Trux, b- Suicide o Throbbing Gristle!

10)Grazie mille Aaron! Vuoi suggerire a me e a coloro che leggeranno quest'intervista una buona band da ascoltare?

Certo! Leopard Leg da Brighton... Credo li puoi anche trovare su My Space...

GRAZIE!!!

E infatti... www.myspace.com/leopardleg

Chiunque mi procurerà qualcosa di questo gruppo (Five drummers drumming. And screaming.) riceverà un premio.

sabato, aprile 08, 2006

Il Regno del Terrore Di Stephanie Forrester deve finire!


Quando la necessità si fa virtù, le idee per dare contesto ad un post che raccoglie in sé medesimo altrettanti minipost impongono che si dia un titolo casuale al post contenitore.

A) Vi consiglio di appuntarvi su un foglietto questo nome: Silence Is Sexy, interessantissimo duo di elettronica da Roma. Tra i Mum e gli Autechre, passando per i più sfocati Boards Of Canada, i Silence Is Sexy si sono fatti sentire e conoscere attraverso un primo demo che ha fatto parlare molto di sé: da recensioni iridate ad una semifinale per Arezzo Wave il cui esito non ha reso giustizia al calibro e alle potenzialità del tandem in questione. www.silenceissexy.it / silenceissexy@hotmail.com

B) Credo e spero che su questa pagina, in alto a sinistra, vi compaia un logo rosso, a nome Podomatic. Caso mai vi venisse la voglia di cliccarci su, vi troverete proiettati in un warp spazio temporale (con tanto di numeri che si sciolgono...) che vi farà atterrare a piedi uniti nel podcast di John e Tovah Olson. Chi sono? Mai sentito parlare di WOLF EYES...? (grazie al 'famiglio delatore' per la segnalazione... non c'è bisogno di link, no?)

C) Sempre a proposito di dolci melodie, serata di gala Mercoledì a Roma, presso il Circolo degli Artisti. Adam Green e, signore e signori, Black Dice in concerto assieme. Inutile sottolineare quanto il live set dei Black Dice sia stato devastante e pazzoide. Curioso che non si sia verificato il fuggi fuggi di massa (tipo giapponesi inseguiti da Godzilla) come durante il precedente concerto dei Liars.

D) Rimanendo in tema Liars, ci vediamo tutti il 30 Aprile al Circolo, no? ;-)

E) Caso mai: i Turnpike Glow da Roma offrono un bel live, divertente ed interessante dal punto di vista della ricerca dei suoni e delle canzoni, ed un demo (Rush Home) che definire buono sarebbe un'offesa verso i diretti interessati. Dirty Rain è un singolaccio bello e buono, I Fought Tv Screens tra i Broken Social Scene e i dEUS più smaliziati verso la melodie, Forecasts è lenta e nebbiosa con improvvise accelerazioni, mentre Warranty è un altro singolone, Falling At The Whistle è buffa curiosa ed ipnotica tra le mie preferite del cdr; così come Dancing Can, melodia oppiacea su struttura a spirale. www.turnpikeglow.com / www.myspace.com/turnpikeglow /info@turnpikeglow.com.

Così è se vi pare.

martedì, aprile 04, 2006

Modulation Live:The Show Is The Rainbow, Shadow Line, Black Circus Tarantula @ Linux Club 2.4.06


Il Linux Club a Roma è un posto dalle parti di Ostiense. All'interno, un lungo bar, una cassa circolare che impedisce un accesso rettilineo al locale e costringe alla circumnavigazione della stessa, un palco che più che un palco è un rialzamento del pavimento, e una decina di computer free access sparsi un pò ovunque.

La serata è tranquillissima e il cantante dei The Show Is The Rainbow sembra un incrocio tra un lupo mannaro ed un esperimento genetico eseguito nei laboratori dei Grandaddy.

Pochissima gente (non più di 20 persone) a battezzare la serata aperta dai Black Circus Tarantula che, per l'occasione, hanno sfoggiato tre canzoni nuove rispetto al demo e alle vecchie scalette live, che mostrano quanto si possa crescere stilisticamente pur rimanendo saldamente agganciati ad una propria cifra stilistica; una cifra stilistica che si evidenzia particolarmente nella fase live, in cui il gruppo si esalta con una performance al solito infuocata dalla quale emergono grande senso della melodia e, soprattutto, un mucchietto di 5 o 6 canzoni da air play infinito.


Finito il set dei BCT (con l'onore del bis), una sigaretta e una birra, che si moltiplicano e trallallero trallallà mi perdo il set degli Shadow Line; chiedo scusa ai diretti interessati per l'imperdonabile mancanza.


Il momento clou della serata arriva quando il sopra citato cantante dei The Show Is The Rainbow , ormai pronto sui blocchi di partenza, comincia a litigare con il suo sbaraccatissimo computer portatile (credo fosse al livello del mio... chi mi conosce, sa di quale disgrazia parlo) che si trova costretto a riavviare, dimenticandosi dell'imperioso jingle di chiusura di Windows, noto al mondo per partire a circa il doppio dei decibel delle impostazioni del computer. Tra una risata e una battuta, il concerto ha davvero inizio.

Batteria, chitarra e voce, il trio ha dato vita ad un'esibizione veramente trascinante con un punk funk istrionico, saltellante e divertente. Il gruppo, fortunatamente privo di ogni velleità da poser o da chi "sul palco la so lunga" ha intrattenuto il poco pubblico scaricandogli addosso un breve ma intensissimo live set con momenti di follia canora, rumorismo strumentale e originalità dei pezzi che riservavano sempre qualche bella sorpresa sul piano delle strutture e delle dinamiche.

A fine serata vanno ricordate la simpatia del chitarrista che, prigioniero tra le mie e le sue grinfie rispondeva con calma e serenità tibetana ad ogni martellante domanda a lui posta!

Allora, per chi abitasse dalle parti di Genova, Pescara, Padova, Feltre, Carpi può avere la fortuna di aiutare questi tre simpaticissimi pazzoide a sbarcare il lunario andandoli a vedere nelle data QUI indicate.

Meditate, e mentre lo fate, ordinate il disco, al più presto recensito su questo schermo!